26 Novembre 2024
https://www.cannabismagazine.net/la-policia-los-militares-y-la-guardia-civil-tambien-fuman-i/
Cari lettori, in questa nuova occasione che abbiamo per riflettere insieme sugli aspetti legali della cannabis, vorrei focalizzare la nostra attenzione su un gruppo che solitamente, nei loro rapporti con la cannabis, appaiono come elementi repressivi dello Stato, mi riferisco principalmente alla Polizia (Nazionale, Locale e Regionale) e alla Guardia Civil, anche se parleremo anche dei membri delle Forze Armate, dei militari.
Ma certo, questi difensori dell’attuale legalità in materia di droghe, non le assumono mai? Ebbene, si potrebbe pensare di sì, o almeno si potrebbe dedurre, dal momento che le norme che regolano il regime disciplinare applicabile a ciascuna di queste forze di sicurezza prevedono, tra i reati più gravi, il consumo di stupefacenti e di altri tipi di sostanze stupefacenti.
Di queste norme, e dell’interpretazione che ne hanno dato le Corti di Giustizia, parleremo in questoe nel prossimo numero. Cominciamo adesso, innanzitutto, con una riflessione sincera: è del tutto indubbio che la Polizia, i Militari e la Guardia Civil sono soprattutto cittadini, cittadini che vivono nella stessa società con il resto dei cittadini e che, per Per questo motivo, alcuni dei suoi membri potrebbero essere, senza che ci sembri strano, consumatori di cannabis o di altri tipi di sostanze.
Non conosciamo il modo, il luogo o il momento scelto dai membri di questi gruppi di polizia e militari che consumano cannabis per effettuare tale consumo, poiché non è stato effettuato nessuno studio veramente serio al riguardo, sebbene le normative che si applicano a loro siano sono piuttosto severi in questo senso, poiché tale consumo, anche se avviene al di fuori dell’orario di lavoro, può portare anche alla perdita del posto di lavoro.
E il fatto è che con la Polizia, i Militari e la Guardia Civil accade un po’ quello che abbiamo discusso tempo fa quando si parlava della cannabis e dei suoi possibili effetti positivi come il doping negli atleti di alto livello, ed è ciò che si persegue sanzionandoli. come consumatori di droga, non solo si penalizza tale consumo quando viene effettuato durante il servizio e quando potrebbe pregiudicare l’erogazione del servizio di pubblica sicurezza, il che sembrerebbe ragionevole e perfino necessario, ma si aggiunge una morale, poiché esso. si presuppone che si tratti di persone che, anche nella vita privata, e data la particolare natura del loro ruolo, devono “dare l’esempio” alla società ed essere impeccabili nel loro comportamento riguardo al consumo di sostanze stupefacenti, psicotrope o di qualsiasi altro tipo di droga.
In questo senso, nel fascicolo governativo n. FT-11/2006, seguito dal Ministero della Difesa contro un militare che aveva consumato cannabis, il fondamento per determinare la sanzione inflitta può essere letto nel senso che “l’applicazione della sanzione più grave tra quelle previste era adeguata all’azione antidisciplinare comportamento dell’imputato tenuto conto della grave violazione dell’obbligo di esemplarità che tutti i militari impongono, tra gli altri, all’art. 42 delle Regie Ordinanze”, sottolineando che il bene giuridico tutelato in questa fattispecie “è l’interesse e l’integrità del servizio stesso, la cui prestazione deve avvenire nelle piene condizioni fisiche e psicofisiche”, la delibera sottolineando che “le ripetute il consumo della cartella clinica della droga comporta oggettivamente un rischio sia per l’integrità della prestazione del servizio stesso che per gli altri appartenenti alle Forze Armate, pericolo che deve essere evitato quando si cerca di determinare la permanenza in un Istituzione, quale “Sono le Forze Armate, così esigenti rispetto alla condotta irreprensibile che i loro membri devono tenere e proiettare all’estero.” Appare chiaro che non siamo, almeno così capisce l’Amministrazione, di fronte al consumo di un lavoratore durante il suo orario di lavoro, aspetti di cui abbiamo discusso in alcune occasioni anche da questa stessa sede, ma che c’è una maggiore domanda a causa delle funzioni di questi gruppi polizieschi e militari, anche se insomma, se si tiene conto che in alcuni casi sono vietati, e in altri molto, molto limitati, diritti fondamentali come quello della libertà di espressione o quello di sciopero , perché neanche questa situazione dovrebbe sorprenderci.
Ciò che è chiaro è che il consumo di stupefacenti è generalmente considerato un reato molto grave per questi gruppi, che comporta sanzioni severe e addirittura, come abbiamo già accennato, l’interdizione dal servizio. E, onestamente, mi sembra opportuno che così sia, purché detto consumo avvenga nell’esercizio delle proprie funzioni e quando detto consumo, abituale o sporadico, influenzi in modo chiaro ed evidente la loro prestazione professionale, il che cosa non mi sembra accettabile per me, non importa quanta funzione di pubblica sicurezza svolgano e quanto esempio debbano dare, è che lo Stato regola anche la loro vita privata.
Anche la polizia, i militari e la guardia civile fumano marijuana (II)
Por Garzón Marley (Estudio Jurídico BROTONS ALBERT)
10 ottobre 2024
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Seconda parte dell’articolo dedicata al consumo da parte delle forze di sicurezza.
Nel caso dei militari, si tratta della Legge Organica 8/1998, del 2 dicembre, sul Regime Disciplinare delle Forze Armate, che regola, tra le altre cose, i reati consistenti nel consumo di droga e le possibili sanzioni da imporre. Pertanto, l’articolo 8.9 definisce come reato grave “L’introduzione, la detenzione e il consumo di droghe tossiche, narcotici o sostanze psicotrope nelle caserme, basi, navi, aerei, stabilimenti o in qualsiasi luogo militare, nonché nei campi e nelle aree di esercitazione, o consenzienti o tollerati tali condotte, nonché, parimenti, il consumo delle predette sostanze all’esterno di dette navi, aeromobili e luoghi militari, quando effettuato in uniforme o in pubblico quando leda l’immagine dell’Istituzione Militare, purché tali condotte non costituiscano condotta infrazione o crimine più grave”. È curioso come lo stesso comportamento di consumo, ma relativo alle bevande alcoliche, sia classificato come lieve solo dagli articoli 7.23 e 7.24 della stessa norma. Per questa grave pena di introduzione, detenzione o consumo di droghe, compresa la cannabis, il soldato in questione può essere soggetto all’arresto da un mese e da un giorno a due mesi in un istituto di disciplina militare, alla perdita del servizio o, se del caso, alla congedo dall’incarico. il centro di addestramento militare e altri centri di addestramento.
Ma c’è di più: è possibile aprire quello che la Legge chiama procedimento disciplinare straordinario, tra gli altri motivi (articolo 17.3), per ubriachezza o consumo regolare di droghe tossiche, stupefacenti o sostanze psicotrope. Si intenderà abitualità quando si riscontrano tre o più episodi di ubriachezza o di consumo delle predette sostanze in un periodo non superiore a due anni. Per tali comportamenti, il militare in questione potrebbe essere sanzionato con la decadenza dagli incarichi di grado, con la perdita definitiva dell’attitudine aeronautica, con la sospensione dal servizio o, cosa ben più grave, con l’interdizione dal servizio, cioè con la perdita del servizio militare. stato.
Recentemente, infatti, una notizia relativa a questo argomento è apparsa sui principali giornali, in quanto la Corte Suprema (Quinta Sezione Militare), con la Sentenza 1560/2009, del 24 marzo, ha accolto il ricorso di un militare che era stato espulso dall’esercito per aver consumato cannabis in tre occasioni. La Corte Suprema ha compreso che, poiché il consumo non aveva influito sulle funzioni del militare (c’erano rapporti favorevoli da parte dei suoi superiori), che la cannabis è, secondo la giurisprudenza della Corte stessa, una droga “leggera”, e poiché non esisteva una volta che il soggetto era stata accertata la dipendenza, poiché in altri controlli precedenti e successivi non era risultato positivo, il militare ha dichiarato che il consumo è stato effettuato nel tempo libero e al di fuori delle installazioni militari, si è ritenuto che l’espulsione del cadavere fosse sproporzionata, sebbene che sì, nessuno si è preso sei mesi di sospensione dal servizio e dallo stipendio dal povero soldato.
Per quanto riguarda le modalità con cui si rileva se i soldati consumano o meno sostanze stupefacenti, basti dire che esistono anche specifiche indicazioni che determinano le modalità con cui devono essere effettuate le analisi periodiche sui soldati (IT 01/2005), come il prelievo di campioni, la possibilità di controanalisi, ecc.
Per oggi concludiamo la nostra riflessione e vi invito al prossimo numero in cui parleremo del regime disciplinare della Guardia Civile e dei diversi tipi di Polizia (Nazionale, Regionale e Locale) rispetto al consumo di cannabis e altre droga, sia durante la giornata lavorativa e la fornitura di servizi, sia nella vita privata.
Per ora basti pensare che la persecuzione messa in atto dallo Stato nei confronti del consumo di droga cerca di raggiungere tutti gli ambiti, anche all’interno dello Stato stesso, e, soprattutto, nei confronti degli agenti che devono far rispettare la Legge, poiché è inteso che se questi Chi garantisce il rispetto della Legge la viola, il resto dei cittadini farà lo stesso. Ma fino a che punto questo controllo statale può raggiungere la privacy del soldato o dell’ufficiale di polizia che lo consuma a casa e nel tempo libero senza pregiudicare in alcun modo il suo servizio?
Anche la polizia, i militari e la guardia civile fumano marijuana (III)
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14 ottobre 2024
Cari lettori, continuiamo con il lavoro iniziato nella puntata precedente. Poi vi ho parlato del regime disciplinare applicabile ai militari in relazione al consumo di sostanze stupefacenti, in questa occasione mi riferirò più direttamente a quelle Forze e Corpi di Sicurezza dello Stato che hanno il compito di vigilare affinché non si verifichino comportamenti di consumo vietati, Mi riferisco, ovviamente, alla Guardia Civile e ai diversi tipi di Polizia (Nazionale, Regionale e Locale).
Nel caso della Guardia Civile, pur essendo un corpo militarizzato, ha una propria norma, diversa da quella vista nel numero precedente per i soldati, che ne regola il regime disciplinare, si tratta della Legge, più o meno, recentemente approvata Organica 12/2007, del 22 ottobre, del regime disciplinare della Guardia Civil, che ha sostituito 11/1991, che precedentemente regolava la materia. Tale norma, all’articolo 7.23, qualifica come reato gravissimo la prestazione del servizio in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o tossiche o psicotrope o il consumo delle stesse durante il servizio. Costituisce altresì gravissimo reato (articolo 7.24), il rifiuto ingiustificato di sottoporsi ad una visita medica, all’etilometro o all’accertamento del consumo di farmaci tossici, stupefacenti o sostanze assimilate, legittimamente disposte dall’autorità competente, al fine di accertare l’idoneità psicofisica per fornire il servizio. Queste tipologie di reati molto gravi comportano sanzioni quali la sospensione dal rapporto di lavoro da tre mesi e un giorno fino a un massimo di sei anni, la perdita di posti di carriera o addirittura l’interdizione dal servizio.
Da parte sua, l’articolo 8.26 del regolamento definisce come reato grave l’ubriachezza o il consumo di stupefacenti o sostanze tossiche o psicotrope fuori servizio, quando tali circostanze sono abituali o ledono l’immagine della Guardia Civil o del servizio pubblico. Resta inteso che si ha abitudine quando si accertano tre o più episodi di ubriachezza o di consumo delle predette sostanze nell’arco di un anno.
Vediamo qui due questioni degne di nota, la prima è che vediamo come, come nel caso dei militari visto nel numero precedente, anche il consumo effettuato fuori servizio viene sanzionato, purché si tratti di un consumo abituale o quando possa lasciare in cattivo stato il corpo, e ciò senza indicare nulla su cosa succede se detto consumo non pregiudica in alcun modo il servizio. La seconda questione che attira l’attenzione è che, in questo caso, l’abitudine è determinata dalla rilevazione di tre consumi in un anno, cioè che la Guardia Civile si trova in una posizione migliore rispetto ai militari, poiché ricordiamo che, come abbiamo indicato in rispetto al numero precedente, anche per quest’ultimo il consumo abituale è stimato in tre consumi, avendo però due anni per rilevarli anziché uno.
Il comma 27 dello stesso articolo 8 stabilisce come reato grave anche la detenzione di sostanze tossiche, stupefacenti, psicotrope o simili, a meno che tale detenzione non derivi da fatti inerenti al servizio (sarebbe bene sanzionarli se stanno facendo quella che viene chiamata “somministrazione controllata di farmaci”, eh eh).
Per tali gravi reati la norma prevede sanzioni quali la sospensione dal rapporto di lavoro da un mese a tre mesi, la perdita da cinque a venti giorni della retribuzione con sospensione dal servizio o la perdita dell’incarico.
La Polizia Nazionale, da parte sua, ha determinato il proprio regime disciplinare nel Regio Decreto 884/1989, del 14 luglio, che approva il Regolamento sul regime disciplinare del Corpo Nazionale di Polizia, attualmente in fase di revisione. Esiste un progetto di norma che modificherà ciò, sebbene, per quanto riguarda il consumo di droga, in linea di principio, nessuna modifica comporti tale progetto. Prima di parlare di questa norma, vale la pena sottolineare che si tratta della Legge organica 2/1986, del 13 marzo, sulle forze e sugli organismi di sicurezza, che stabilisce che i reati commessi dalla Polizia nazionale devono essere considerati molto gravi, figurando, all’articolo 27.3 .l) ubriachezza o consumo di sostanze tossiche, stupefacenti o psicotrope durante il servizio o in modo regolare, pena la sospensione dalle funzioni da tre a sei anni o l’interdizione definitiva dal servizio. Questa gravissima colpa è inclusa anche nell’articolo 6.12 del Regio Decreto 884/1989 commentato. Nulla è detto su come debba essere determinata la suddetta abitualità.
Lo stesso Regio Decreto 884/1989 include come reato grave (articolo 7.19) l’ubriachezza fuori servizio, quando lede l’immagine della polizia o del servizio pubblico o il consumo di droghe tossiche, stupefacenti o sostanze psicotrope. Resta inteso che si parla di consumo fuori servizio, poiché altrimenti si tratterebbe del reato gravissimo di cui al paragrafo precedente, e in questo caso non si dice nemmeno “in modo regolare”, ma si parla piuttosto di consumare farmaci, in generale, anche se ciò non inciderebbe sull’immagine del corpo. Le sanzioni da irrogare per tali comportamenti sarebbero la sospensione dalle funzioni per un periodo inferiore a tre anni, il trasferimento con cambio di residenza, l’immobilizzazione nei ranghi per un periodo non superiore a cinque anni ovvero la perdita da cinque a venti giorni della retribuzione e la sospensione dalle funzioni. per lo stesso periodo.