FESTA DELLA SEMINA 2025 @LEONCAVALLO SPA

Bontà stupefacenti in Cucina Pop!

Ci vogliono sradicare, noi continuiamo a seminare!

Sabato 12 Aprile, il Leoncavallo torna con la sua storica Festa della Semina, l’evento antiproibizionista che continua a resistere nonostante le continue minacce di sfratto.

Una giornata ricca di musica, 3 sale con live e dj set, cena stupefacente, banchetti, stand, incontri e molto altro ancora!

– Ore 21:00 – Spazio Teatro – LOBO x BREAKOUT
DJ STORM (UK)
powered by BASSI GRADASSI SOUNDSYSTEM
DNN / KWALITY / XIAN b2b LARK / LUPO MANGIAFRUTTA / STE e DI LATE

– Ore 23:00 – Spazio Foresta – DUBWISE
DANMAN (UK)
feat. DREAD LION HI-FI e LION WARRIAH

– Ore 23:00 – Baretto – RUN DI DANZ
VITO WAR / SERIOUS THING / CALABASH CREW

*****

– Ore 17:00 – Cortile e Sala Hemp
MILANO CANNABICA
Con stands e banchetti

– Ore 20.00 – Cucina Pop
CENA STUPEFACENTE
Menù in arrivo!

Apertura centro 17.00
Cena stupefacente in CUCINA POP 20.00
– Inizio live e dj set 21.00
Ingresso con sottoscrizione 10€

Ci vediamo Sabato 12 Aprile 2025

Leoncavallo SPA
via Watteau, 7
Milano

L’UNICA SICUREZZA È SEMINARE IL DISSENSO!

Vi aspettiamo questo Sabato 12/04 alla Festa della Semina e Giovedì 25/04 in piazza

Leoncavallo SPA
Il Decreto Sicurezza è stato approvato utilizzando lo strumento del decreto legge. L’esecutivo ha superato il blocco parlamentare, introducendo senza discussione molti nuovi reati e aggravanti.

Mentre finiamo di mettere a punto gli ultimi preparativi per l’annuale Festa della Semina del Leoncavallo, prevista per questo Sabato 12 Aprile, e siamo alle prese con la richiesta di sfratto del nostro spazio di Via Watteau il decreto sicurezza ci precipita in uno scenario da stato di polizia.

Viene colpita duramente la cannabis light, le manifestazioni, i detenuti e le persone migranti. Più tutele invece per agenti di polizia e militari, lo Stato pagherà le spese legali a chi è indagato per atti compiuti in servizio.

L’antiproibizionismo è un valore etico e dialettico che ci rende una comunità capace di farsi domande critiche di fronte a ogni tentativo repressivo di vietare sia in senso morale che politico ed economico.

Il ddl vieta in modo del tutto irrazionale “l’importazione, la cessione, la lavorazione, la distribuzione, il commercio, il trasporto, l’invio, la spedizione e la consegna delle infiorescenze della canapa, anche in forma semilavorata, essiccata o triturata, nonché di prodotti contenenti tali infiorescenze, compresi gli estratti, le resine e gli oli da esse derivati”.

Un emendamento che ha l’obiettivo di stroncare il mercato della cannabis light, impedendo la vendita di infiorescenze, oli e tisane con un livello di Thc (il principio attivo psicotropo) al di sotto dello 0,6%.
In sostanza la canapa non può essere commercializzata a prescindere dal contenuto di Thc.
L’idea che cercano di sostenere è che il fiore della canapa con il Thc è uguale a quello senza, si criminalizza un simbolo, non la sostanza cercando di sbandierare il vessillo della “lotta alla droga” per portare voti alla Lega.

Il decreto colpisce almeno 800 aziende agricole dedite alla coltivazione della cannabis light e 1.500 ditte specializzate nella trasformazione: circa 10 mila i lavoratori impiegati.
“Con il presente disegno di legge il Governo intende rispondere all’aggressione della criminalità diffusa ed all’attività riconducibile alla criminalità organizzata, fenomeni che incidono direttamente sulla sicurezza dei cittadini”

Il nostro orizzonte è un altro: fatto di libertà, lotta alle mafie e pratiche concrete di informazione prevenzione e riduzione del danno, non di repressione. Una coscienza critica riconosce che “i fenomeni che incidono direttamente sulla sicurezza dei cittadini” sono: la precarietà lavorativa, il problema della casa, dell’istruzione e della sanità.

L’insicurezza è alimentata anche dalla persistenza di atteggiamenti macisti che quotidianamente sfociano in violenze sulle donne, in un contesto culturale che esalta la forza, le armi e gli stereotipi, diffondendo ignoranza e intolleranza.

Ogni governo determina le proprie priorità ma, qui, con l’estrema differenza che invece di focalizzarsi sul benessere civile (cura, tolleranza e spianamento delle disuguaglianze), si incide sulla dicotomia obbedienza-disobbedienza, tipica modalità di ogni regime, che scinde il pensiero critico dal consenso reprimendolo.

Così, tutto ad un tratto, la contestazione democratica viene criminalizzata.
Blocchi stradali pacifici diventano reati, mentre si garantisce tutela legale agli abusi compiuti da polizia e militari.

Migranti, detenuti, movimenti ecologisti e pacifisti, occupazioni vengono ridotti a minacce, ignorandone le cause e le necessità.

Il decreto rappresenta un’ulteriore conferma di un sistemico atteggiamento di supremazia che preferisce alimentare paura e controllo, piuttosto che confrontarsi con la realtà sociale e con il diritto di metterla in discussione.

Ottant’anni fa la Resistenza ha dimostrato di poter mettere in discussione “addirittura” i regimi, un’esperienza fissata nella Costituzione che per continuare ad essere di esempio deve spingerci all’allarme, ci deve porre contro l’andamento inesorabile di questo pericoloso gioco.

Lo scenario di oggi ci spinge verso un 25 Aprile di lotta, per il diritto alla città da cui veniamo cacciati con lo sfratto dalla nostra sede storica, contro il riarmo e lo stato di polizia, solidali con la resistenza Palestinese e con un animo sempre più antifascista e antiproibizionista.

Vi aspettiamo questo Sabato 12/04 alla Festa della Semina e Giovedì 25/04 in piazza.

Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito