L’Oscar per le peggiori bufale va… Allo spot antidroga del Governo!

24 Novembre 2023

https://www.fuoriluogo.it/mappamondo/loscar-per-le-peggiori-bufale-va-allo-spot-antidroga-del-governo/

Claudio Cippitelli

 

Protagonista un ragazzino che ammonisce un altro con una serie di affermazioni false, una logora sceneggiatura anni ’80. Un’altra campagna a rischio boomerang, utile solo a rassicurare un pubblico che di droghe non sa nulla. Claudio Cippitelli, sociologo e coordinatore del Comitato scientifico di Forum Droghe, commenta su l’Unità del 24 novembre 2023 il nuovo spot antidroga del governo Meloni.

Nel nostro Paese, nel 2022, gli accessi al pronto soccorso per patologie riconducibili al consumo di droghe sono stati 8.152 su 17.183.763, ovvero lo 0,05% dei casi. Ripeto: l’incidenza degli accessi in pronto soccorso per droghe rappresenta lo 0,05% del totale; di questi, solo il 12,4% ha avuto come esito un ricovero ospedaliero (1.010). Va inoltre sottolineato che nella quasi totalità dei casi (94%) si è trattato di un episodio isolato, non avendo ulteriori accessi nel corso dell’anno.

Eppure, nell’ultimo spot prodotto dal Dipartimento per le politiche antidroga, si afferma in maniera enfatica: “Ogni anno migliaia di persone vanno al pronto soccorso per patologie direttamente legate all’uso di droghe, circa 1 su 10 è minorenne”.

Ma, al di là dei numeri, è interessante riportare la sceneggiatura dello spot, che vede come protagonista un ragazzino, presumibilmente tra i 13 e i 14 anni e, come comprimario, un altro giovane poggiato al muro di un plesso scolastico della Capitale, intento a “rollare”: il protagonista si avvicina al comprimario e lo ammonisce con le seguenti, inedite frasi: “Ti stai facendo una canna…guarda che ti fa male, poi è un attimo che passi ad altre droghe”. Il comprimario gli risponde sorridendo: “se…e te che ne sai?” Giusto, che ne sa un ragazzino di 13 anni? Ma il protagonista risponde, con sicumera: “L’ho visto con i miei occhi, tutte le droghe fanno male, mentre una voce fuori campo ripete: “Ogni anno migliaia di persone vanno al pronto soccorso per patologie direttamente legate all’uso di droghe, circa 1 su 10 è minorenne”.  Lo spot si conclude con il claim finale, il ragazzino che, guardando in camera, declama: “Butta via la droga, non la vita!”.

Un capolavoro. Mettere insieme tante affermazioni false con una esausta sceneggiatura anni ’80, richiede una notevole fantasia, un alto livello di impegno e di sapienza comunicativa. O forse no, occorre solo ripetere vecchi slogan della “guerra alla droga”: da “se ti droghi ti spegni”, i famosi occhi bianchi del 1991, al “Non ti fare, fatti la tua vita”, breve video ideato (sembra) da Giovanardi in persona.

Quello di cui parliamo è il secondo spot “antidroga” del Governo Meloni, che riesce nell’arduo compito di far impallidire il primo, quello che fa pronunciare all’ex CT Roberto Mancini, in procinto di abbandonare la Nazionale per andare in Arabia Saudita, la frase “fatelo girare”: il testimonial faceva riferimento allo spot, nei tanti meme prodotti sui social, il protagonista del “fatelo girare” diviene lo spinello. Fantastico.

Insomma, queste campagne presentano tanti rischi di effetto boomerang e scarsissimi risultati in termini di efficacia nella tutela della salute. E allora, a cosa servono? Funziona come rassicurazione al mondo adulto (dei non consumatori) in merito alla determinazione del governo a combattere la «droga» (in tutto il globo terracqueo, come gli scafisti); funziona come diffusione di una opinione stereotipata spacciata come informazione; serve per ammonire su rischi non specificati (tutte le droghe fanno male) e rassicurare se si fa quello che si afferma: «…ma se ne può uscire» (se ti penti e vai dove ti dico).

Inoltre, è una comunicazione che si basa in larga parte sull’emotivo (le emozioni, quelle vere), come nelle migliori tradizioni della propaganda; non tiene conto che il «target» non è un contenitore da riempire, quanto piuttosto generazioni nate in un sociale dove il consumo, la vendita e le culture in merito alle sostanze sono presenti e conosciute; e infine, dove il grado di fiducia verso la fonte (il governo) rasenta la zero. Si tratta di una comunicazione che, quando va bene si basa su «esperti» non riconosciuti come tali da parte significativa del «target»; quando va male è incentrata su testimonial che poi vanno in Arabia Saudita a vivere l’emozione vera di 90 milioni di Euro esentasse.

E allora, cosa sarebbe utili fare? Finanziare e realizzare progetti di ricerca con il protagonismo e l’attivo coinvolgimento dei giovani (consumatori e astinenti), comunicandone i risultati per promuovere un dibattito pubblico costante, con la partecipazione e il confronto tra esperti accreditati e riconosciuti nazionali e internazionali e le PUD (le persone che usano droghe, acronimo non stigmatizzante usato nell’Unione Europea); fare della scuola il motore del dibattito pubblico sulle droghe, secondo un approccio dialogico, in grado di far incontrare diverse “verità”, ovvero gestendo il malinteso, il dissidio e il conflitto, accettando l’idea che in tema di droghe siamo, da centinaia di anni, dentro una “disputa infinita”. Infine, piuttosto che far ripetere stancamente, da testimonial sempre più giovani (si arriverà ai bambini?) esauste parole ammonitrici, rendersi conto che il nostro Paese necessita che siano finanziati adeguatamente i servizi pubblici e della cooperazione, e in particolare le attività presenti nei luoghi dove accadono i consumi, il drug checking, le unità di strada nei luoghi del loisir notturno, le politiche di riduzione del danno.

Gli operatori multistatali di cannabis usciranno da più stati nella seconda metà del 2023   

21 novembre 2023

Di Kate Robertson,

https://mjbizdaily.com/cannabis-multistate-operators-exit-more-states-in-latter-half-of-2023/?utm_campaign=MJBizDaily&utm_medium=email&_hsmi=283424185&_hsenc=p2ANqtz-9X7XrHSnh8QlT7CMYP0emRB6xQtvoD6pDzxkzJqjTx_yHhlVhnVHffGrtEHGl4XonxxtWJn_bWCwt5IIMVeMtOHLiEGg&utm_content=283429774&utm_source=hs_email

Dopo anni di rapida espansione – e, più recentemente, di rapide uscite – alcuni dei maggiori operatori multistatali di cannabis della nazione hanno continuato a semplificare le operazioni quest’anno, secondo l’ultimo aggiornamento di MJBizDaily sulle operazioni di alcune delle più grandi MSO della nazione.

Due delle più grandi MSO del paese, Trulieve Cannabis con sede in Florida e Cresco Labs con sede a Chicago, sono uscite dai mercati statali della cannabis legale negli ultimi cinque mesi, riflettendo gli sforzi in corso per rafforzare i bilanci mentre il settore attende la riforma federale ampiamente attesa e un miglioramento del sentiment degli investitori. S

otto la pressione di un difficile contesto macroeconomico e della lentezza della riforma federale sulla cannabis, nell’ultimo anno le MSO hanno iniziato ad abbandonare i difficili mercati statali e miravano a “ottimizzare” le operazioni in mercati più redditizi.

Cresco Labs è uscito dall’Arizona e dal Maryland negli ultimi mesi, ha confermato un portavoce dell’azienda. Secondo gli ultimi risultati sugli utili di Cresco, la società ha attività di vendita al dettaglio in sette stati, con un fatturato di 191 milioni di dollari nel terzo trimestre e una compensazione dei disinvestimenti.

Fa tutto parte del mandato “Anno del Core” dell’azienda, ha affermato in una nota il CEO di Cresco, Charlie Bachtell. “I risultati del terzo trimestre dimostrano la nostra capacità di generare solide performance”, ha affermato, “con forti guadagni in termini di margine e flusso di cassa operativo, continuando a perseguire una strategia in cui vinciamo nei nostri mercati principali e con i nostri negozi principali, marchi principali e prodotti principali.

Trulieve ha ceduto i suoi tre rimanenti punti vendita in California quest’anno, secondo i documenti depositati, e ha cessato le attività in Massachusetts. “Adottando misure proattive per rafforzare il nostro bilancio, semplificare le operazioni e ridurre le scorte, usciremo dal 2023 come un’organizzazione più snella”, ha affermato Kim Rivers, CEO di Trulieve, durante la conferenza sugli utili del terzo trimestre della società.

Con una forte generazione di cassa e una strategia chiaramente definita, Trulieve è nella posizione migliore per la prossima ondata di significativi catalizzatori di crescita”.

Una mossa da parte del governo degli Stati Uniti per riprogrammare la marijuana sarebbe il più significativo di questi catalizzatori e potrebbe contribuire a stimolare un maggiore interesse degli investitori nel settore della cannabis.

L’industria è anche ottimista sul fatto che il SAFER Banking Act, che proteggerebbe le istituzioni finanziarie dai procedimenti giudiziari federali se servono attività di marijuana legali nello stato, sarà approvato dal Senato degli Stati Uniti.

Ma le prospettive della misura alla Camera dei Rappresentanti sono meno certe dopo la recente scelta del repubblicano di estrema destra Mike Jonson come nuovo portavoce della Camera. Nel frattempo, il sostegno alla legalizzazione della marijuana tra gli americani è ai massimi storici.

Kate Robertson può essere contattata all’indirizzo kate.robertson@mjbizdaily.com.

La Germania ospita funzionari degli Stati Uniti e di altri paesi per il forum sulla marijuana sulla creazione di un quadro politico internazionale

November 21, 2023

Kyle Jaeger

https://www.marijuanamoment.net/germany-hosts-officials-from-u-s-and-other-countries-for-marijuana-forum-on-creating-international-policy-framework/

Funzionari governativi di diversi paesi, compresi gli Stati Uniti, si incontreranno in Germania per discutere le questioni relative alla politica internazionale sulla marijuana mentre la nazione ospitante lavora per attuare la legalizzazione.

I rappresentanti di circa 10 contee si riuniranno martedì per il secondo Forum internazionale per la regolamentazione della cannabis sostenibile (IFSCR), con l’obiettivo principale di stabilire un quadro globale per la politica sulla marijuana, dando anche ai partecipanti l’opportunità di parlare dei propri sviluppi nazionali.

“Le vecchie risposte nella politica sulla cannabis non sono più efficaci”, ha detto in un comunicato stampa Burkhard Blienert, il commissario tedesco per le dipendenze e le questioni legate alla droga, che guida il forum.

“Come in molti altri paesi, anche in Germania sempre più persone hanno consumato cannabis nonostante i divieti e il mercato nero della sostanza ha portato a seri problemi di salute per un numero sempre maggiore di loro”, ha detto nella traduzione.

Invece di divieti inefficaci, in futuro noi in Germania ci concentreremo su una regolamentazione coerente, sulla prevenzione, sulla tutela dei giovani e della salute”. Inizialmente il parlamento nazionale tedesco, il Bundestag, avrebbe dovuto approvare un disegno di legge nazionale sulla legalizzazione della marijuana per una lettura finale questo mese, ma l’esame è stato rinviato poiché i legislatori hanno affrontato le questioni in sospeso. “Un certo numero di altri stati stanno aprendo nuovi orizzonti con noi nella politica sulla cannabis”, ha detto Blienert. “Per me è importante imparare gli uni dagli altri e scambiarci idee apertamente su ciò che funziona e dove ci sono difficoltà.”

“Dobbiamo anche sostenere condizioni quadro eque, sostenibili e orientate alla salute a livello internazionale e coordinarci strettamente tra loro”, ha aggiunto. “Perché in definitiva tutto è collegato: ciò che accade nella nostra politica sulla droga ha un impatto sulla situazione nei paesi di coltivazione e di transito e ovviamente viceversa”.

“Dobbiamo anche sostenere condizioni quadro eque, sostenibili e orientate alla salute a livello internazionale e coordinarci strettamente tra loro”, ha aggiunto. “Perché in definitiva tutto è collegato: ciò che accade nella nostra politica sulla droga ha un impatto sulla situazione nei paesi di coltivazione e di transito e ovviamente viceversa”. Oltre alla Germania e agli Stati Uniti, al forum parteciperanno anche rappresentanti governativi di Canada, Colombia, Malta, Messico, Paesi Bassi, Svizzera e Repubblica Ceca. Di queste nazioni, Canada e Malta hanno già adottato la legalizzazione della cannabis.

I legislatori in Messico hanno lavorato per porre fine al proibizionismo negli ultimi anni dopo che la Corte Suprema del paese ha ritenuto la politica incostituzionale. E anche in Colombia avanza un disegno di legge per legalizzare la cannabis. Dopo una recente visita a New York, il presidente colombiano Gustavo Petro ha rimarcato l’“enorme ipocrisia” delle vendite legali di cannabis che hanno luogo nella nazione che decenni fa lanciò la guerra globale alla droga.

Funzionari governativi di diversi paesi, compresi gli Stati Uniti, si incontreranno in Germania per discutere le questioni relative alla politica internazionale sulla marijuana mentre la nazione ospitante lavora per attuare la legalizzazione. I rappresentanti di circa 10 contee si riuniranno martedì per il secondo Forum internazionale per la regolamentazione della cannabis sostenibile (IFSCR), con l’obiettivo principale di stabilire un quadro globale per la politica sulla marijuana, dando anche ai partecipanti l’opportunità di parlare dei propri sviluppi nazionali.

“Le vecchie risposte nella politica sulla cannabis non sono più efficaci”, ha detto in un comunicato stampa Burkhard Blienert, il commissario tedesco per le dipendenze e le questioni legate alla droga, che guida il forum. “Come in molti altri paesi, anche in Germania sempre più persone hanno consumato cannabis nonostante i divieti e il mercato nero della sostanza ha portato a seri problemi di salute per un numero sempre maggiore di loro”, ha detto nella traduzione.

Invece di divieti inefficaci, in futuro noi in Germania ci concentreremo su una regolamentazione coerente, sulla prevenzione, sulla tutela dei giovani e della salute”. Inizialmente il parlamento nazionale tedesco, il Bundestag, avrebbe dovuto approvare un disegno di legge nazionale sulla legalizzazione della marijuana per una lettura finale questo mese, ma l’esame è stato rinviato poiché i legislatori hanno affrontato le questioni in sospeso. “Un certo numero di altri stati stanno aprendo nuovi orizzonti con noi nella politica sulla cannabis”, ha detto Blienert. “Per me è importante imparare gli uni dagli altri e scambiarci idee apertamente su ciò che funziona e dove ci sono difficoltà.”

“Dobbiamo anche sostenere condizioni quadro eque, sostenibili e orientate alla salute a livello internazionale e coordinarci strettamente tra loro”, ha aggiunto. “Perché in definitiva tutto è collegato: ciò che accade nella nostra politica sulla droga ha un impatto sulla situazione nei paesi di coltivazione e di transito e ovviamente viceversa”. Oltre alla Germania e agli Stati Uniti, al forum parteciperanno anche rappresentanti governativi di Canada, Colombia, Malta, Messico, Paesi Bassi, Svizzera e Repubblica Ceca. Di queste nazioni, Canada e Malta hanno già adottato la legalizzazione della cannabis. I legislatori in Messico hanno lavorato per porre fine al proibizionismo negli ultimi anni dopo che la Corte Suprema del paese ha ritenuto la politica incostituzionale. E anche in Colombia avanza un disegno di legge per legalizzare la cannabis. Dopo una recente visita a New York, il presidente colombiano Gustavo Petro ha rimarcato l’“enorme ipocrisia” delle vendite legali di cannabis che hanno luogo nella nazione che decenni fa lanciò la guerra globale alla droga.

Non è chiaro chi rappresenti il punto di vista degli Stati Uniti nel forum internazionale, ma il paese sta attualmente osservando i risultati di una revisione amministrativa sulla pianificazione federale della cannabis mentre la legalizzazione si diffonde in più stati. L’aspettativa è che la revisione federale mantenga lo status della marijuana come droga proibita, anche se possibilmente con una classificazione meno restrittiva a seguito di una raccomandazione di riprogrammazione da parte del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS) degli Stati Uniti. In Germania, nel frattempo, i membri del Bundesrat che rappresentano gli stati tedeschi hanno cercato di bloccare la proposta del governo sulla legalizzazione della marijuana a settembre, ma alla fine hanno fallito.

Il Bundestag, da parte sua, aveva già ritardato di una settimana il suo primo dibattito sulla legislazione, tenutosi il mese scorso, apparentemente a causa del conflitto in Israele e Palestina. Questo mese la commissione sanitaria del Bundestag ha tenuto un’audizione sul disegno di legge sulla legalizzazione della cannabis. La misura, promossa dal ministro della Salute Karl Lauterbach, consentirebbe agli adulti di possedere legalmente cannabis e coltivare un massimo di tre piante per uso personale. Creerebbe anche club sociali che potrebbero distribuire marijuana ai membri. I funzionari hanno affermato che l’imminente seconda fase di legalizzazione lancerà infine un programma pilota per le vendite commerciali regolamentate.

Questo mese la commissione sanitaria del Bundestag ha tenuto un’audizione sul disegno di legge sulla legalizzazione della cannabis. La misura, promossa dal ministro della Salute Karl Lauterbach, consentirebbe agli adulti di possedere legalmente cannabis e coltivare un massimo di tre piante per uso personale. Creerebbe anche club sociali che potrebbero distribuire marijuana ai membri. I funzionari hanno affermato che l’imminente seconda fase di legalizzazione lancerà infine un programma pilota per le vendite commerciali regolamentate.

Un gruppo di legislatori tedeschi, nonché il commissario antidroga del paese, hanno visitato gli Stati Uniti e hanno visitato le aziende produttrici di cannabis in California lo scorso anno per informare l’approccio del loro paese alla legalizzazione. La visita è avvenuta circa due mesi dopo che gli alti funzionari di Germania, Lussemburgo, Malta e Paesi Bassi hanno tenuto un incontro unico nel suo genere per discutere piani e sfide associati alla legalizzazione della marijuana ricreativa.

Armi e droghe nell’Unione Europea

21 Novembre 2023

Peppe Brescia

https://www.fuoriluogo.it/mappamondo/armi-e-droghe-nellunione-europea/

Traffico di droghe e traffico di armi: un binomio quanto mai saldo, all’insegna di una violenza dalle caratteristiche sempre più sistemiche e omogenee. Lo spaccio di sostanze stupefacenti, infatti, si pone in luce come la principale causa di scontri armati nei paesi dell’Unione Europea.

È questo il tema al centro dell’ultimo rapporto pubblicato dall’Emcdda, dal titolo The nexus between drug markets and gun violence in the European Union che potete scaricare anche dal sito di Fuoriluogo.

Partendo da un’esauriente analisi multidisciplinare, il documento cerca di rispondere a tre quesiti:

  1. qual è il nesso fra traffico di armi e traffico di droghe nell’Unione Europea?
  2. Quali sono scopi e caratteristiche della violenza armata in Ue?
  3. In che modo questo tipo di violenza si riflette sulla società?

Traffico di armi e traffico di droghe nell’Unione Europea

Il primo dei tre interrogativi comporta un esame incrociato: come si legge dallo studio, infatti, il traffico di armi da fuoco nell’Unione europea non solo è alimentato dalla domanda criminale, ma rappresenta inoltre un fattore chiave per altre attività criminali come il traffico di sostanze illecite.

Il mercato illegale delle armi da fuoco è costituito principalmente dal traffico di pistole, sebbene limitazioni e disparità nell’accesso lo rendano un business caratterizzato da grande chiusura anche all’interno del contesto criminale stesso. Il mercato delle armi non è accessibile in maniera omogenea per tutti i livelli criminali, rispecchiando piuttosto le differenze gerarchiche presenti nel contesto. Stando a studi condotti da Europol, Flemish Peace Institute e Emcdda, le azioni portate avanti dalla criminalità organizzata hanno tuttavia osservato un aumentato utilizzo di armi da fuoco nel corso dell’ultimo decennio. Il legame fra armi da fuoco e mercato delle sostanze è del resto una connessione consolidata su scala globale.

Già nel 2001, il programma di azione dell’ONU per prevenire, combattere ed eliminare il commercio illecito di armi di piccolo calibro e leggere esprimeva preoccupazione in tal senso. Nel 2008, la Commissione ONU sugli stupefacenti ha sottolineato la necessità di affrontare i collegamenti tra il traffico illecito di droga e le armi da fuoco, affermazione ribadita da una risoluzione del 2022. Una recente analisi dell’UNODC, mediante un confronto fra mercati illeciti di armi a livello europeo, ha evidenziato che nel 28% dei casi i sequestri di armi da fuoco avvengono nell’ambito del traffico di droghe, cifra che in alcuni Stati raggiunge il 44%.

Il traffico di armi si collega al traffico di droghe per molteplici altri aspetti, innanzitutto perché le armi da fuoco vengono spesso contrabbandate dalle stesse reti criminali che gestiscono lo spaccio di sostanze.

In Europa lo snodo principale per la circolazione illegale di armi e droghe è costituito dalla rotta balcanica, da cui si diramano percorsi in grado di penetrare il centro del continente, via terra, e di giungere alle coste scandinave, via mare. Tuttavia, questo tipo di affari non è generalmente molto redditizio, venendo sfruttato in funzione supplementare di attività più lucrose, come per l’appunto il traffico di droghe, con un accesso alle armi perlopiù garantito da transazioni che non lasciano tracce di denaro, come nel caso di scambi fra materie diverse.

La violenza armata e le droghe

Negli ultimi venti anni, il numero di episodi di violenza armata ad opera dei cartelli criminali appare in ascesa, anche in virtù di scorciatoie legali, come la riattivazione di armi inesplose o l’utilizzo di sistemi di allarme al fine di fabbricare esplosivi, come la fabbricazione di esplosivi a partire dall’assemblaggio di sistemi di allarme in regolare commercio, pur non rappresentando un fenomeno omogeneo, nonché vincolato alla struttura delle singole organizzazioni.

La disponibilità di armi da fuoco sui mercati criminali alimenta anche la violenza armata legata alla droghe, con rilevanti distinzioni fra mercato all’ingrosso e mercato al consumo: nel primo caso, la percentuale di episodi violenti appare infatti evidentemente inferiore.

Al livello del commercio all’ingrosso, le motivazioni alla base degli episodi di violenza sono meno numerose, e hanno principalmente a che fare con le caratteristiche dei mercati stessi. Un elemento alla base dell’aumento della violenza armata nell’ambito del traffico di cocaina, ad esempio, è legato alla sua produzione, situata in Sudamerica, nonché al cambiamento del modello del traffico su larga scala in Europa.

Al contrario, per quel che riguarda il mercato al dettaglio, è possibile osservare un novero di cause più ampio, da una facilitata accessibilità a un impiego più rilevante di persone minorenni in operazioni di spaccio, da una maggiore disponibilità di armi all’utilizzo della violenza come strumento a servizio della regolazione interna del mercato.

Un’ulteriore significativa differenza riguarda il tipo di droghe trafficate, nonché le metodologie usate per produzione e trasporto.

A livello di vendita all’ingrosso, il mercato con la maggior frequenza di episodi violenti è quello della cocaina, in forza di una serie di fattori: la frammentazione dei monopoli storicamente detenuti dai grandi gruppi criminali, dunque la necessità di espandere la propria zona d’influenza, nonché la complessità della catena produttiva, infine l’instabilità del mercato stesso. Tutti fattori che, uniti alla competizione intestina venutasi a creare, hanno portato a un aumento dell’offerta della sostanza.

I mercati europei all’ingrosso tendono a concentrarsi in un numero limitato di Stati, in particolare Paesi Bassi e Belgio, in virtù della loro posizione strategica, e Spagna e Italia, garantite dallo sbocco sulle coste nordafricane.
Una volta giunte alle loro destinazioni finali, le sostanze vengono suddivise in quattro diversi mercati illeciti, facenti capo rispettivamente a Cannabis, cocaina, eroina, e droghe sintetiche: è questo il livello in cui è possibile osservare i tassi di violenza più elevati.

La Cannabis continua a costituire il mercato più lucroso in assoluto, con una stima di consumatori pari al 15,5% dei cittadini europei compresi fra i 15 e i 34 anni.  Al contrario di quanto spesso affermato spesso nel dibattito italiano, la mancata regolamentazione di un mercato di tali proporzioni comporta non soltanto l’assenza di tutela della salute pubblica, ma anche la conseguente redistribuzione di ingenti fondi in ulteriori attività di stampo criminale, secondo quello che si mostra come un circolo vizioso che garantisce alle consorterie mafiose un predominio economico sempre più aggressivo anche rispetto all’economia legale.

Traffico e consumo di cocaina si situano invece prevalentemente in Europa occidentale e meridionale: i consumatori di Francia, Italia, Spagna, Germania e Paesi Bassi, da soli, rappresentano circa il 77% del totale, con la Polonia che si attesta come principale piazza commerciale.

Eroina e sostanze sintetiche si attestano come mercati  minori, sebbene in grado di garantire introiti annui per quasi nove miliardi di euro.

Armi, droghe e contesto sociale

Sono le caratteristiche stesse dei mercati a generare tale aumento degli episodi di violenza, in primo luogo in ragione delle facilitazioni al loro accesso. Ci sono poi ulteriori fattori determinanti, come un livello di fiducia inferiore nei rapporti tra venditore e acquirente e una ridotta mobilità sociale, la quale indirizza il ricorso alle armi da fuoco in prevalenza presso i ceti più disagiati.

Il milieu criminale non esaurisce in sé l’impatto della violenza armata, riversandosi in più occasioni sulla società civile secondo due modalità. La prima, di tipo diretto, riguarda il coinvolgimento in prima persona di membri della società estranei al contesto criminale nell’ambito di sparatorie, minacce, estorsioni o, nel caso più drammatico, di omicidi frutto di scambio di persona. La violenza, insomma, quasi mai rimane racchiusa in un quadro di sola illegalità ma coinvolge direttamente anche chi si approccia al mercato nero per acquistare sostanze per uso personale.

Il secondo tipo di impatto, indiretto, si lega ai traumi personali, sociali e fisici causati da una cultura di sopraffazione e dominio del territorio spesso alla base di un progressivo deterioramento nei rapporti tra cittadini e istituzioni. Non bisogna sottovalutare, inoltre, i significativi costi sociali, come nel caso delle spese mediche, sproporzionatamente più elevate nel caso di infortuni da arma da fuoco. In conclusione, il nesso fra mercato delle droghe illecite e violenza armata si manifesta in tre aspetti: il consumo di sostanze prima della realizzazione di un’azione violenta, l’armamento di organizzazioni terroristiche, la convergenza tra consorzi criminali operanti in settori differenti.

Un dipendente della Trulieve è morto a causa del “pericolo della polvere di cannabis macinata”, afferma il rapporto dell’OSHA

Novembre 21, 2023

https://mjbizdaily.com/trulieve-employee-died-from-hazards-of-ground-cannabis-dust-osha-report-says/

Chris Roberts, Reporter

 

Un dipendente della Trulieve è morto a causa del “pericolo della polvere di cannabis macinata”, afferma il rapporto dell’OSHA   

Un lavoratore presso l’impianto di coltivazione dell’operatore multistatale Trulieve Cannabis a Holyoke, nel Massachusetts, è morto a gennaio a causa dei “pericoli derivanti dalla polvere di cannabis macinata”, secondo un rapporto di ispezione dell’OSHA (Occupational Health and Safety Administration).

La dipendente, che non è identificata nel rapporto, si è lamentata del fatto che “non riusciva a respirare” mentre svolgeva le sue mansioni macinando i fiori di cannabis e confezionandoli in pre-roll alle 23:00. ET il 7 gennaio 2022.

Trulieve ha confermato in una dichiarazione a MJBizDaily che la dipendente era Lorna McMurrey.

Il “Dettaglio dell’ispezione” dell’OSHA – è un caso aperto, quindi il rapporto è soggetto a modifiche – contiene pochi dettagli ma ha notato che la dipendente non sindacalizzata ha affermato di lamentarsi di non essere in grado di respirare a causa del “kief (polvere) di marijuana”.

Kief si riferisce alla polvere appiccicosa contenente tricomi sciolti che cade dai fiori di cannabis. Trulieve ha rifiutato di approfondire cosa è successo il giorno della morte di McMurrey. “Per rispetto della privacy della famiglia, non forniremo alcun dettaglio sulle specifiche di quel giorno”, ha affermato la società.

“Tuttavia, l’OSHA ha condotto un’indagine approfondita sulla struttura di Holyoke”, continua la dichiarazione di Trulieve. “In loco erano disponibili DPI (dispositivi di protezione individuale).

L’OSHA ha testato la qualità dell’aria in tutta la struttura e i campioni erano tutti ben al di sotto degli intervalli accettabili. “L’OSHA ha emesso citazioni relative agli standard di comunicazione e Trulieve ha contestato tali risultati.”

Trulieve ha concluso la sua dichiarazione dicendo: “Apprezziamo e apprezziamo tutti i 9.000 dipendenti che fanno di Trulieve una famiglia e la sicurezza dei membri del nostro team è fondamentale per i nostri valori fondamentali”.

Il podcast Young Jurks è stato il primo a segnalare l’incidente, secondo il sito web del Massachusetts The Shoestring. Secondo il rapporto dell’OSHA sull’incidente di Holyoke, Trulieve ha contestato tre violazioni “gravi” commesse il 30 giugno. L’OSHA ha imposto multe per un totale di 35.219 dollari. La società di Tallahassee è stata precedentemente penalizzata per violazioni dell’OSHA, ha riferito The Shoestring, tra cui:

A marzo, l’agenzia ha accusato la sede di Trulieve’s Reading, Pennsylvania, di aver violato un regolamento che impone ai datori di lavoro di denunciare “il ricovero ospedaliero, l’amputazione o la perdita di un occhio” di un lavoratore.

Secondo The Shoestring c’è stato un accordo informale e il caso è ora chiuso.

Nel 2019, l’agenzia ha citato Trulieve dopo aver scoperto che il suo impianto di coltivazione a Quincy, in Florida, violava le norme sulla protezione respiratoria e sulla comunicazione dei pericoli.

Trulieve non è l’unica azienda produttrice di cannabis ad essere stata accusata di tali violazioni “pericolose”: Secondo il Daily Hampshire Gazette di Northampton, nel 2021, un impianto di coltivazione a Monson, nel Massachusetts, gestito dall’operatore multistatale Holistic Industries con sede nel Maryland, ha subito una diffusa contaminazione da muffe che ha creato rischi respiratori per i lavoratori.

Nel 2016 e nel 2017, l’Istituto nazionale per la salute e la sicurezza sul lavoro ha studiato i potenziali rischi professionali e respiratori di un impianto di coltivazione di cannabis del Minnesota non identificato.

Kate Robertson può essere contattata all’indirizzo kate.robertson@mjbizdaily.com.

 

La madre del defunto lavoratore della cannabis fa causa a Trulieve, sostenendo omicidio colposo

Chris Roberts, Reporter

November 21, 2023

Secondo i documenti del tribunale, la madre di un dipendente della coltivazione della Trulieve Cannabis Corp., morta nel gennaio 2022 dopo un collasso sul lavoro, ha intentato una causa per omicidio colposo contro la società.

Lorna McMurrey, 27 anni, è morta il 7 gennaio 2022, dopo aver avuto problemi respiratori mentre lavorava presso l’azienda di coltivazione dell’operatore multistatale con sede in Florida a Holyoke, Massachusetts.

Secondo i documenti del tribunale, la madre di un dipendente della coltivazione della Trulieve Cannabis Corp., morta nel gennaio 2022 dopo un collasso sul lavoro, ha intentato una causa per omicidio colposo contro la società.

Lorna McMurrey, 27 anni, è morta il 7 gennaio 2022, dopo aver avuto problemi respiratori mentre lavorava presso l’azienda di coltivazione dell’operatore multistatale con sede in Florida a Holyoke, Massachusetts.

Un rapporto pubblicato il 17 novembre dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie ha rilevato che McMurrey è morto di “asma professionale”. In una denuncia depositata lunedì presso la Corte Superiore della contea di Hampden nel Massachusetts, la madre di McMurrey, Laura Bruneau, ha affermato che la “morte tragica ed evitabile” di sua figlia è stata il risultato di negligenza da parte di Trulieve e dei suoi appaltatori “rispetto alla progettazione e all’installazione del sistema HVAC.”

La causa, che chiede un processo con giuria e danni non specificati, sostiene che il sistema HVAC “non è riuscito a ventilare adeguatamente la struttura e spesso ha delle perdite, causando la crescita di muffe sul prodotto a base di cannabis”.

La denuncia menziona Trulieve e le sue affiliate nel Massachusetts, che impiegavano direttamente McMurrey dal maggio 2021. La causa afferma che Trulieve “ha esposto consapevolmente e negligentemente” McMurrey e i suoi colleghi “a un ambiente di lavoro pericoloso” che includeva “polvere / muffa di cannabis trasportata dall’aria”. La denuncia fa anche nomi • Todd Grover, che secondo la causa era impiegato da Trulieve come “Responsabile della salute e sicurezza ambientale”.

Trulieve non ha risposto a molteplici richieste di commento di MJBizDaily.

Burnette Construction and Development e T. J. Conway non hanno risposto immediatamente ai messaggi di MJBizDaily in cerca di commenti. Un rappresentante di M&E Mechanical Contractions ha affermato che la società non era a conoscenza della causa e non poteva commentare. Non è stato possibile raggiungere Grover.

Si ritiene che la morte di McMurrey sia il primo esempio di un lavoratore di cannabis statunitense morto sul lavoro. In una dichiarazione rilasciata ai media martedì, Bruneau ha affermato che Trulieve “deve essere ritenuto responsabile”. “Il loro compito era proteggere Lorna”, ha aggiunto Bruneau.

 

 

 

 

Erba e musica, un connubio che merita un Daspo

15 Novembre 2023

https://www.fuoriluogo.it/mappamondo/erba-e-musica-un-connubio-che-merita-un-daspo/

Claudio Cippitelli

  • Valle dell’Angelo, in provincia di Salerno, è il comune meno popoloso della Regione Campania. L’esiguità della sua popolazione è l’emblema di quanto sta accadendo nelle aree interne del nostro Paese, uno spopolamento che ha ridotto i 1.644 abitanti registrati nel 1881 alle attuali 217 anime. Ad alleviare almeno parzialmente questa condizione di isolamento, da cinque anni Valle dell’Angelo diviene il palcoscenico del VdA Music Potlach, una manifestazione musico-culturale del Cilento, organizzata dall’associazione culturale VOJTO e patrocinata dal Comune. Sul sito che promuove l’iniziativa si può leggere che “VdA Music Potlach è un’occasione di interazione e di confronto, un esperimento di comunità basata sulla musica, la socialità, la parola; … l’idea e la voglia di puntare sull’interscambio culturale per valorizzare e far conoscere i luoghi del Cilento interno che resiste, e favorire l’unione attraverso la libera diffusione della musica e dell’arte.” Insomma, in un week end di fine aprile Valle dell’Angelo torna a risuonare della presenza di giovani, venuti per ascoltare quindici Band e cantautori.  Tutto bene, dunque, se non fosse che nell’ultima edizione, quella del 2023 una delle band, la Only Smoke Crew, viene accusata di essere composta da soggetti particolarmente pericolosi, tanto da meritare un daspo urbano dalla Questura di Salerno, ovvero il divieto di rientro nel Comune di Valle dell’Angelo per un anno, causa inneggiamento all’uso di marijuana”.
  • I fatti che hanno portato al provvedimento, si possono riassumere in una scenetta che accompagna il pezzoFatti dei fatti(un incontro tra un pusher, un acquirente e un agente delle forze dell’ordine) e, nel branoWelcome to my paradise”, l’esposizione di uno spinello gigante gonfiabile di Cbd, notoriamente legale. Il gruppo inoltre distribuisce delle bustine con all’interno un QR Code per pubblicizzare i loro social. Questi tre episodi, tutti perfettamente legali, hanno motivato una perquisizione da parte delle Forze dell’Ordine e il successivo sequestro dei materiali distribuiti. Passa del tempo e, mentre il Tribunale di Vallo della Lucania restituisce tutto per assenza di reato, il 6 giugno la Questura di Salerno consegna ai membri della Crew, descritti comesoggetti socialmente pericolosi”, un provvedimento di Daspo urbano che ne vieta il rientro nel Comune di Valle dell’Angelo per un anno, pena da 1 a 6 mesi di arresto.

Per capire l’enormità del fatto, è utile leggere la parte che riguarda la provincia di Salerno nella relazione della Direzione Investigativa Antimafia del primo semestre 2022 sulle organizzazioni criminali: il Procuratore di Salerno, Giuseppe Borrelli rileva una “significativa evoluzione delle modalità di azione delle organizzazioni criminali, in particolare operanti nella zona  a sud di Salerno… riconducibili alla creazione di condizioni monopolistiche in determinati settori economici (…) e si avvalgono della capacità di condizionamento della pubblica amministrazione e della classe politica”.

  • Mentre la criminalità, quella vera, impone le sue logiche, a Caivano come nel salernitano vengono comminate sanzioni amministrative (che, se non rispettate, si possono trasformare in penali) ad artisti che hanno la sola colpa di affermare quanto già scrivevano lapidariamente i Beatles sul Times, il 24 luglio del 1967: “La legge contro la marijuana è immorale in linea di principio e impraticabile nei fatti. Oltre ai fab four, sottoscrivevano l’appello Brian Epstein e un numeroso gruppo di scrittori, artisti e politici. Vista l’aria che tira (nuovi reati per micro-spacciatori ecc.) non è escluso che i Beatles ancora in vita, Paul McCartney e Ringo Starr, possano ricevere un Daspo internazionale per il loro comunicato di 56 anni fa, per “inneggiamento all’uso di marijuana”.

Cannabis legale, il sì dell’Ohio è un no ai mantra trumpisti

11 Novembre 2023

Leonardo Fiorentini

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  • Otto anni dopo il voto che aveva bocciato il referendum per legalizzare la cannabis con il 66% dei contrari, lo scorso martedì i cittadini dell’Ohio sono tornati alle urne. Oltre alla proposta, completamente diversa da quella del 2015 che di fatto consegnava il mercato della cannabis ricreativa ad un oligopolio, è decisamente cambiato il clima politico. Nel frattempo gli Stati che hanno legalizzato la cannabis si sono moltiplicati e oggi l’istanza antiproibizionista è accolta con favore dal 70% della popolazione statunitense.
  • Nonostante i sondaggi positivi della vigilia il voto in Ohio nascondeva alcune incertezze. Innanzitutto, era un turno elettorale parziale: si votava per i distretti scolastici e altre elezioni locali, un’elezione quindi poco coinvolgente per l’elettorato più giovane e più favorevole, in uno Stato governato stabilmente dai Repubblicani e nel quale nel 2020 Trump aveva vinto. Anche il contemporaneo voto per blindare il diritto all’aborto all’interno della Costituzione statale faceva temere una massiccia mobilitazione dell’elettorato conservatore.
  • Alle urne è stata invece confermata l’onda verde americana con il 57% dei consensi, percentuale simile a quella che ha visto prevalere i sì al diritto all’aborto. Ha vinto la Coalition to Regulate Marijuana Like Alcohol che ha condotto la campagna raccogliendo quasi 6 milioni di dollari di contributi elettorali. L’Ohio, con i suoi quasi 12 milioni di abitanti, è diventato il 24esimo Stato USA che ha regolamentato la cannabis per tutti gli usi. Così più della metà dei cittadini statunitensi vivono adesso in uno stato che ha legalizzato la cannabis.
  • In Ohio sarà legale – per i maggiorenni (21 anni) – detenere al massimo 70 grammi (2,5 once) di infiorescenze di cannabis e 15 grammi di concentrati. Si potranno coltivare fino a sei piante per uso personale, con un massimo di 12 per famiglia. L’imposta sulle vendite sarà del 10%: il ricavato verrà utilizzato per il 36% per sostenere i programmi di equità sociale e di occupazione. Una quota identica sarà destinata alle città che permetteranno alle imprese di operare nella loro area, mentre ai programmi di educazione e di trattamento dell’abuso di sostanze sarà destinato il 25% degli introiti. Il rimanente 3% sarà utilizzato per sostenere i costi amministrativi dell’attuazione del sistema. Sarà istituita una Divisione per il Controllo della Cannabis nell’ambito del Dipartimento del Commercio con il compito di regolare il mercato, concedere le licenze, controllare e sanzionare gli operatori del mercato legale. Le aziende che già operano sul mercato della cannabis terapeutica potranno vedersi rilasciata una licenza per quello ricreativo già nove mesi dopo l’entrata in vigore. Saranno poi concesse ulteriori licenze, a cui avranno accesso preferenziale i partecipanti al programma di equità sociale. Manca invece un provvedimento specifico per la cancellazione automatica delle pene pregresse per cannabis: nel testo approvato dagli elettori è inclusa solo una disposizione che richiede alle autorità di regolamentazione di “studiare e finanziare” le iniziative di riforma della giustizia penale, compresa la “ripulitura” delle fedine penali.
  • Gli oppositori alla misura, sia politici repubblicani che noti lobbysti proibizionisti – come Kevin Sabet, l’ospite d’onore all’evento antidroga del Governo Meloni (vedi l’Unità del 25 giugno 2023) – hanno annunciato che tenteranno di far modificare la normativa approvata dagli elettori, se non addirittura abrogarla. Si tratta certo degli ultimi colpi di coda proibizionista, che però in alcuni casi sono riusciti nell’intento di rallentare o addirittura cancellare (come in Nord Dakota) i risultati referendari.
  • Una linea perseguita anche a livello federale dove il deputato repubblicano texano Pete Session, ha presentato un emendamento al bilancio per impedire l’uso di fondi federali per declassificare o riclassificare la cannabis. Un tentativo di mettere i bastoni fra le ruote alla revisione della classificazione della marijuana, voluta dal presidente Joe Biden (vedi l’Unità del 5 settembre scorso).
  • Dal canto suo il capogruppo democratico al Senato Schumer, sottolineando che martedì “in quasi tutte le principali elezioni hanno prevalso i candidati democratici e i temi democratici”, ha dichiarato che il risultato conferma che “gli americani si oppongono ferocemente all’estremismo MAGA (Make America Great Again, lo slogan elettorale trumpiano, ndr)” e che quindi continuerà a lavorare per portare avanti una legislazione bipartisan sulla cannabis il prima possibile.

 

Droghe, FDI aumenta le pene ma il colle invoca meno carcere

27 Ottobre 2023

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Leonardo Fiorentini

  • La stretta sulle condotte di lieve entità proposta nel dl Caivano conferma la linea: colpire pesci sempre più piccoli. Mattarella però parla chiaro: in cella solo per delitti gravi. La versione integrale dell’articolo di Leonardo Fiorentini, segretario di Forum Droghe per l’Unità del 27 ottobre 2023.
  • Quando ieri il Presidente Mattarella, ricordando Luigi Daga, magistrato morto 30 anni fa dopo un attentato in Egitto, ha sottolineato il suo impegno “per restringere la carcerazione ai delitti gravi, per offrire l’opportunità di reinserimento sociale dei detenuti attraverso il più ampio ricorso alle misure alternative alla detenzione” il pensiero di molti è andato al dibattito sul Decreto Caivano. Parole chiare quelle del Capo dello Stato che ha richiamato anche l’impegno per “rendere coerente il nostro sistema penitenziario coi principi costituzionali”.
  • Parole pronunciate proprio all’indomani del blitz di Fratelli d’Italia al Senato, dove pare non basti l’aumento a 5 anni della pena massima per la lieve entità per droghe presente nel decreto. Il Senatore Marco Lisei aveva presentato un emendamento che nella sua forma originaria – che martedì aveva ottenuto il parere favorevole del Governo – avrebbe impedito di fatto ai giudici la possibilità di applicarla in giudizio. Prevedeva infatti che il comma 5° dell’art. 73 del Testo Unico, quello che fissa pene minori per fatti che “per i mezzi, la modalità o le circostanze dell’azione ovvero per la qualità e quantità delle sostanze, è di lieve entità”, venisse escluso in caso di condotta a fine di lucro.
  • Una follia giuridica” l’aveva subito definita Riccardo Magi, segretario di Più Europa, ricordando come “già oggi in sette casi su dieci si finisce in carcere proprio con la lieve entità” e che “piuttosto servirebbe un intervento di depenalizzazione che distingua tra le diverse sostanze”. Per il capogruppo del Pd in commissione Giustizia, Alfredo Bazoli, invece si mettevano “sullo stesso piano Pablo Escobar e lo studente che rivende una canna al compagno. Salta il principio di proporzionalità, ed è palesemente incostituzionale“.
  • Dopo le polemiche – e forse qualche colpo di tosse dal Colle – la sera ha portato consiglio. Così l’emendamento Lisei è stato riformulato. Si introduce “solamente” un pesante aggravio per le condotte di lieve entità “non occasionali”: la pena minima triplica a 18 mesi, pur esistendo già l’aggravante connessa alla recidiva. Vista la platea degli accusati di spaccio questo intervento è probabile si trasformi in un aumento generalizzato delle condanne. Con l’aumento di quella massima, volto esplicitamente a rendere possibile la detenzione preventiva (vedi l’Unità del 9 settembre 2023), è lecito prevedere un ulteriore aggravamento della drammatica situazione del nostro sistema carcerario.
  • Una storia travagliata quella della lieve entità. Pur essendo presente una fattispecie di minore gravità già nella legge del 75, il fatto di lieve entità è introdotto dalla legge del 1990, con pene differenziate per sostanza. La ratio è di garantire un minimo di ragionevolezza ad un impianto penale che prevedeva (e prevede tuttora) pene sino a 20 anni di carcere per un reato senza vittima. Con il blitz della Fini-Giovanardi fu abolita la distinzione fra sostanze, portando tutte alla pena massima. Solo dopo la condanna dell’Italia da parte della CEDU per il sovraffollamento carcerario, fra i vari provvedimenti deflattivi nel 2013 fu prevista anche la sua modifica, trasformando quella che prima era solo una circostanza attenuante in una fattispecie autonoma e diminuendo le pene edittali. Le circostanze hanno voluto che questo intervento mitigatore, pochi mesi prima della sentenza della Corte di incostituzionalità della Fini-Giovanardi, ha sottratto al giudizio il comma, facendo sopravvivere la non distinzione fra sostanze. Il legislatore è poi intervenuto poco dopo, ma non ebbe né la forza, né il coraggio, di modificarne l’impianto. Si limitò a diminuirne ulteriormente le pene con l’obbiettivo esattamente opposto a quello di oggi: evitare il carcere preventivo.
  • Lisei giustificando il proprio emendamento originale, svela quale è la concezione della destra rispetto alle droghe: “Se io ho tre piantine in balcone e ne consumo io il prodotto è un conto, ma se invece io lo vendo, è chiaramente un altro caso“. Ovvero, il Senatore – che pure è avvocato – intendeva punire – con l’assenso del Governo – quelli che oggi sono condotte assimilate all’uso personale considerate dalla giurisprudenza “non riconducibili all’ambito di applicazione della norma penale” (Cass. SU 12348/2020) con la norma penale di lieve entità – da 6 mesi a 5 anni – e quello che oggi verrebbe catalogato probabilmente come fatto di lieve entità con le pene ordinarie (da 2 a 6 anni se cannabis, da 6 a 20 se sostanze come eroina e cocaina).
  • La linea del governo, quindi, è sempre più chiara: abbassare, e di molto, il tiro della legge penale, per andare a colpire sempre di più pesci sempre più piccoli. E poi garantire risorse – accentrandole con la Legge di Bilancio al Dipartimento Antidroga – per le comunità: quelle che fanno uscire i nostri ragazzi dal “tunnel della droga” ma passando prima da un Tribunale, oggi finanziabili anche attraverso l’8 per mille. Si tratta di un goffo tentativo di seguire la narrazione della carota e del bastone che già abbiamo conosciuto ai tempi della Fini-Giovanardi. Del resto l’Alfredo Mantovano, ispiratore della legge di allora, oggi è sottosegretario antidroga e uomo forte del Governo Meloni. Per farlo si mistificano evidenze e dati, facendo finta di ignorare come le carceri italiani siano già zeppe di spacciatori e che la legge sulle droghe sia l’effettivo volano della carcerazione in Italia come dimostra ogni anno il Libro Bianco.
  • Nelle stesse ore in cui al Senato è andato in scena questo teatrino proibizionista, il governo usciva sconfitto dal secondo round al TAR del Lazio sul decreto che ha inserito le preparazioni orali a base di cannabidiolo (CBD) nelle tabelle dei farmaci stupefacenti. Il Tribunale Amministrativo ha infatti ritenuto fondato il ricorso promosso da Ici – Imprenditori Canapa Italia contro il Decreto del Ministro della Salute Schillaci, rinviando il giudizio nel merito all’udienza fissata per il prossimo 16 gennaio. Il TAR ha rilevato che il decreto manca del nuovo parere del Consiglio Superiore della Sanità e non è chiara in ordine al “dirimente profilo” degli “accertati concreti pericoli di induzione di dipendenza fisica o psichica”, peraltro smentiti addirittura dall’OMS (vedi l’Unità del 5 settembre 2023). Il TAR reputando “fondati, sia pure a un sommario esame, i vizi di carenza istruttoria e di vizio di motivazione” e non ritenendo sussistere imminenti rischi per la salute pubblica ha sospeso il provvedimento sino all’udienza di merito all’inizio del 2024.
  • La maggioranza sembra però troppo impegnata ad approvare norme manifesto per ascoltare i moniti e la scienza. Siano quelli del Capo dello Stato, dei Tribunali o dell’OMS. Oppure dell’ONU, che insiste nel chiedere depenalizzazione dei fatti minori, minore carcerazione e rispetto della proporzionalità delle pene per droghe (vedi l’Unità del 22 settembre 2023). Di fronte alle difficoltà del Governo Meloni, a partire dalla manovra di bilancio, la risposta pare essere la solita: populismo penale e norme manifesto, rigorosamente a costo zero. Ma solo fino alla loro approvazione: perché le ricadute saranno gravi, prima su coloro direttamente colpiti dall’insensata clava penale, poi sul sistema penitenziario e quindi su una società che continua a consentire che le carceri vengano usate – come ammoniva inascoltato Sandro Margara – come “discarica sociale” e le politiche penali come strumento di propaganda.
  • [Articolo pubblicato in versione ridotta su l’Unità del 27 ottobre 2023]

CBD: il TAR ritiene fondato il ricorso e conferma la sospensione

26 Ottobre 2023

Redazione

https://www.fuoriluogo.it/mappamondo/cbd-il-tar-ritiene-fondato-il-ricorso-e-conferma-la-sospensione/

 

Con l’ordinanza numero 07137/2023 il TAR del Lazio ha ritenuto fondato il ricorso promosso da Ici – Imprenditori Canapa Italia contro il Decreto Ministeriale con il quale il Ministro della Salute Schillaci aveva inserito i prodotti ad uso orale a base di cannabiolo (CBD) nelle tabelle dei farmaci stupefacenti del Testo Unico sulle droghe ed ha rinviato il giudizio all’udienza di merito fissata per il prossimo 16 gennaio.

La corte amministrativa ha infatti “rilevato che la motivazione resa a supporto del D.M. gravato appare priva della richiesta integrazione istruttoria da parte del CSS e non sufficientemente chiara in ordine al dirimente profilo degli “accertati concreti pericoli di induzione di dipendenza fisica o psichica” di cui ai criteri indicati all’art. 14, co.1, lett.f) punto 1) del D.P.R. n. 390 del 1990. Per questo afferma “che si prospettano come fondati, sia pure a un sommario esame, i vizi di carenza istruttoria e di vizio di motivazione” e che non apparendo “configurarsi, allo stato di fatto, imminenti rischi per la tutela della salute pubblica e che pertanto sussistano i presupposti per la sospensione del provvedimento” sino all’udienza di merito fissata per l’inizio del 2024.

Qui la decisione del TAR del Lazio.

La domanda di lavoratori stagionali per la raccolta della cannabis aumenta dopo i licenziamenti nel settore   

19 ottobre 2023

Di Kate Robertson, scrittrice

https://mjbizdaily.com/demand-for-seasonal-cannabis-harvest-workers-surges/?utm_medium=email&utm_source=newsletter&utm_campaign=MJD_20231019_NEWS_Cultivator

Secondo i dirigenti delle società di reclutamento, la concorrenza per assicurarsi i lavoratori stagionali per il raccolto di cannabis all’aperto di quest’anno è stata più accanita che mai.

Molti coltivatori di marijuana hanno ridotto la loro forza lavoro a tempo pieno negli ultimi anni in risposta alle pressioni inflazionistiche, agli alti tassi di interesse e ai costi elevati della raccolta di capitali – e stanno compensando quel lavoro con dipendenti temporanei.

“Ci sono stati molti licenziamenti negli ultimi 18 mesi”, ha detto a MJBizDaily in un’intervista Kara Bradford, co-fondatrice e CEO della società nazionale di reclutamento di cannabis e risorse umane Viridian Staffing con sede a Seattle.

“Quindi hanno personale più snello e hanno bisogno di ulteriore assistenza a causa della stagione del raccolto.” Il numero totale di posti di lavoro nel settore della marijuana è diminuito del 2% dall’inizio del 2022, secondo un rapporto di aprile della piattaforma di reclutamento di cannabis Vangst con sede a Denver.

Questo declino è stato il primo per l’industria della cannabis da quando gli stati hanno iniziato a legalizzare la marijuana, sottolineando la necessità per le aziende di coltivazione di MJ di cercare lavoratori temporanei per far fronte al raccolto autunnale.

Quello a cui stiamo assistendo è una regressione”, ha affermato Jacob Carlson, co-fondatore e CEO della società di personale EzHire Cannabis con sede a Boston. “Non sono stati in grado di creare un vero team di coltivazione con stipendi o benefici a tempo pieno”. L’aumento della domanda di dipendenti stagionali arriva mentre i coltivatori devono affrontare una maggiore concorrenza per i lavoratori temporanei delle industrie tradizionali che sono alle prese con gli stessi fattori macroeconomici della cannabis.

Inoltre, il lavoro di raccolta della marijuana è difficile, molto più estenuante dei lavori temporanei al dettaglio, ha osservato Carlson. Ciò significa che c’è più fatturato nel settore della cannabis, ha aggiunto. Con i controlli dei precedenti e dei precedenti penali necessari in alcuni stati, i coltivatori devono affrontare anche ulteriori ostacoli per assumere forza lavoro temporanea nel settore della marijuana.

Al contrario, Karson Humiston, CEO di Vangst, ha affermato di considerare l’aumento della domanda come un segno di un mercato in maturazione. “Le aziende sono migliorate nel prevedere le proprie esigenze di manodopera dato che il settore continua a maturare”, ha detto a MJBizDaily in un’intervista.

La stagione del raccolto autunnale significa semplicemente che c’è una domanda di più lavoratori in questo periodo cruciale dell’anno, ma la manodopera semplicemente non è necessaria a tempo pieno. “Pertanto, quest’anno le aziende hanno fatto un lavoro migliore nel sfruttare i dipendenti temporanei rispetto agli altri anni”.

Fare di più con meno

Quest’anno, Viridian sta rispondendo a più chiamate alla ricerca di lavoratori temporanei durante il “croptober” di questo autunno, quando arriva la maggior parte del raccolto all’aperto. Tuttavia, Bradford ha affermato che le aziende che chiedono aiuto sono spesso spaventate dal costo dell’assunzione di una società di reclutamento.

I coltivatori spesso si aspettano che i lavoratori temporanei siano meno costosi dei dipendenti a tempo pieno. Ma non è così, ha detto Bradford, data l’inflazione e l’aumento generale dei salari. La paga media nazionale per un trimmer per cannabis è di 16 dollari l’ora, secondo il mercato del lavoro con sede in California ZipRecruiter.

Ma gli operatori di marijuana spesso dimenticano che le società di reclutamento come Viridian coprono costi come l’indennità dei lavoratori, l’assicurazione contro la disoccupazione e la formazione sulla sicurezza sul lavoro. “Non capiscono che abbiamo molti altri costi, oltre al costo per trovare quei lavoratori, assumerli, assumerli e pagare gli stipendi”, ha detto Bradford. “E poi, una volta che li lasci andare perché sono stagionali, la gestione dei requisiti statali di disoccupazione ricade su di noi”.

Nel 2016 e nel 2017, ha affermato Bradford, i dipendenti a tempo pieno e non addetti alla coltivazione sono stati chiamati ad aiutare con i raccolti all’aperto a causa dell’alto costo di capitale e dell’inesperienza; gli operatori non si rendevano conto di quanto aiuto avevano bisogno per la rimozione, la potatura e la raccolta. lavorazione della marijuana. “Abbiamo visto che ciò accada di nuovo”, ha detto. “Si tratta di un aumento della domanda, più bisogno, ma meno fondi con cui farlo”.

Le aziende più piccole sentono la crisi

Gli operatori chiedono sempre più spesso se possono differire il libro paga, ovvero non pagare a Viridian il costo dell’assunzione di lavoratori temporanei fino a dopo il raccolto. Ma Bradford ha affermato che la competenza principale dell’azienda è il personale, non il ruolo di banca o istituto di credito. Viridian lavorerà con i clienti esistenti e a lungo termine che ritiene ripagheranno, ma la società non offrirà queste condizioni favorevoli a tutti i clienti. È semplicemente troppo rischioso, ha detto Bradford. Le aziende più grandi come gli operatori multistatali sono avvantaggiati perché hanno più denaro da spendere, ha affermato Carlson di EzHire. Sono in grado di pagare la quota della società di reclutamento e una paga oraria più elevata (di circa 20 dollari l’ora) per attirare lavoratori stagionali. “È più difficile per i negozi più piccoli perché, francamente, non possono pagare qualcuno dai 30 ai 40 dollari l’ora”, ha detto. “Perché è quello che costa.”

Requisiti mutevoli

Carlson ha affermato che gli operatori sono sempre più alla ricerca di lavoratori temporanei con esperienza, il che spesso significa coloro che hanno lavorato nel mercato tradizionale. “Per quanto riguarda la rifinitura, se sai già in cosa ti stai cacciando, è più probabile che resti, giusto?”

I trimmer possono trascorrere dalle cinque alle sette ore al giorno da soli, ha detto, un lavoro che non è adatto a tutti. Humiston ha inoltre affermato che i clienti nei mercati più maturi sono alla ricerca di lavoratori temporanei esperti con esperienza e che siano già stati formati per svolgere compiti come la rifinitura.

Stanno anche cercando persone con esperienza nei mercati regolamentati. “Le persone addestrate”, ha detto, “chiedono un po’ di soldi, ma di più, ma per molte aziende ne vale la pena”.

Inizia a cercare presto

Humiston ha affermato di essere lieta di ricevere notizie da più aziende alla ricerca di lavoratori per la raccolta autunnale già ad aprile. “Si tratta di un risultato molto promettente perché dimostra che le aziende stanno assumendo talenti HR davvero sofisticati e che possono fare previsioni migliori”, ha affermato. Bradford ha affermato che gli operatori con raccolti all’inizio di settembre potrebbero iniziare a contattare a giugno, il che è utile per coordinare i lavoratori che intendono viaggiare verso sud poiché i lavoratori saranno necessari più avanti in autunno.

“Incoraggiamo le persone a contattarci il prima possibile”, ha detto Bradford. “In questo modo possiamo fornire un’esperienza migliore a coloro che sostanzialmente vanno di fattoria in fattoria.”

Kate Robertson può essere contattata all’indirizzo kate.robertson@mjbizdaily.com.