14 Dicembre 2024
L’Associazione Tutela Pazienti Cannabis Medica di Lecce ha indirizzato una lettera aperta al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Ministro della Salute Orazio Schillaci e al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. L’obiettivo della comunicazione è sollecitare modifiche normative al Codice della Strada per tutelare chi utilizza la cannabis a scopo terapeutico, esentandoli da sanzioni legate alla guida. La richiesta si fonda sul rispetto dei principi costituzionali e sull’esigenza di proteggere i diritti di una categoria di pazienti sempre più numerosa.
Il Problema: Penalizzazioni per i Pazienti di Cannabis Terapeutica
Con l’approvazione della recente riforma del Codice della Strada, i pazienti che fanno uso di cannabis prescritta per motivi medici si trovano in una situazione di grave svantaggio. Nonostante gli studi scientifici confermino che non vi siano prove significative di alterazione della capacità di guida dopo l’assunzione di tali farmaci, la normativa non prevede alcuna eccezione. Questi pazienti rischiano sanzioni severe, inclusa la sospensione della patente per un periodo fino a tre anni.
La Nuova Riforma del Codice della Strada
La riforma è stata approvata definitivamente in Senato con 83 voti favorevoli, 47 contrari e un solo astenuto. Con oltre 350 emendamenti respinti, il testo attende solo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale per entrare in vigore dopo 15 giorni. L’urgenza di intervenire deriva dai tempi stretti e dalle conseguenze dirette che la legge avrà sui pazienti.
Secondo l’associazione, il legislatore ha trascurato una categoria di cittadini che utilizza la cannabis per esigenze terapeutiche, e non per scopi ricreativi. La lettera sottolinea come il trattamento sia discriminatorio non solo rispetto ai cittadini sani, ma anche tra gli stessi pazienti: chi vive in aree urbane può usufruire dei mezzi pubblici, mentre chi risiede in zone periferiche o rurali è spesso obbligato a guidare.
Le Conseguenze dei Controlli su Strada
I pazienti che assumono cannabis terapeutica per il trattamento di patologie come il dolore cronico risultano inevitabilmente positivi ai test antidroga. In caso di controllo stradale, le conseguenze non si limitano alla sospensione della patente, ma si estendono anche a problematiche assicurative, soprattutto in caso di incidente.
La Risposta del Ministro Salvini e il Rimpallo di Responsabilità
Una prima risposta è giunta dal Ministro Salvini, il quale ha chiarito tramite PEC che la questione non rientra nelle competenze del suo ministero e ha suggerito di rivolgersi al Ministero della Salute per ulteriori indicazioni. L’associazione teme che il problema venga rimpallato tra le istituzioni, lasciando i pazienti senza alcuna tutela concreta.
La cannabis terapeutica, sottolineano, rappresenta una cura essenziale e non un consumo ricreativo. Questo equivoco potrebbe generare gravi danni, sia in termini di diritti negati che di conseguenze pratiche nella vita quotidiana dei pazienti.
L’Appello: Riconoscere la Specificità della Cannabis Terapeutica
L’associazione chiede un intervento normativo che distingua chiaramente l’uso terapeutico della cannabis da quello ricreativo, prevedendo esenzioni dalle sanzioni per i pazienti con prescrizioni mediche. Solo così sarà possibile garantire pari dignità e diritti a tutti i cittadini, nel rispetto della Costituzione e delle evidenze scientifiche.