26 Dicembre 2024
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Appello contro le norme sulle droghe del nuovo Codice della Strada di Salvini.
Il 14 dicembre è entrato in vigore il nuovo codice della strada voluto dal Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Le modifiche introdotte all’art. 187 prevedono il ritiro immediato della patente, la sospensione da uno a due anni e la eventuale revoca per 3 anni (che si aggiungono all’arresto fino a 1 anno e alla multa fino a 6mila euro) per il guidatore che risulti positivo a un test antidroga.
Non varrà più essere o meno in stato di alterazione al momento della guida, come previsto dalla precedente normativa. Mentre per l’alcool bisognerà continuare a dimostrare il superamente di una soglia che prefigura lo stato di ebbrezza, per tutte le altre basterà la semplice positività ai test salivari, che hanno soglie di rilevabilità peraltro non uniformi: Carabinieri e Polizia hanno infatti a disposizione test diversi e che rilevano diversamente la positività. Positività, in questo caso, non significa di per sé stato essere un pericolo alla guida.
Ciò vale specialmente nel caso dei cannabinoidi che con i test salivari sono rilevabili fino a 80 ore dopo l’uso. Quindi chi ha fumato giorni prima di mettersi alla guida rischia comunque di vedersi ritirare la patente. E ancora: nonostante i proclami non è stata prevista nessuna deroga per le persone che si curano con la cannabis medica, o con gli oppioidi.
Questa norma del codice della strada, voluto da Matteo Salvini, ha un obiettivo preciso. Nella pratica rientra dalla finestra, in modo subdolo e indiscriminato, la punizione penale dell’uso di stupefacenti, uscita dal codice penale dalla porta del referendum popolare del 1993.
Per questo motivo insieme a Meglio Legale abbiamo lanciato un appello al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per chiederne l’immediata revisione.
Firma anche tu per fermare il nuovo codice della strada!
Ecco il posto dove gli antiproibizionisti passano all’azione!
Meglio Legale è una campagna per la legalizzazione della cannabis e la decriminalizzazione dell’uso delle altre sostanze.
È un progetto che coinvolge cittadini, parlamentari, medici, imprenditori, avvocati, e giornalisti per aprire un dibattito serio e responsabile sul tema.
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