Intervista con Martin Barriuso

Sono Martin Barriuso, presidente dell’ associazione Pannagh di Bilbao e rappresentante della Confederazione delle Associazioni Cannabiche dello stato spagnolo, sono a Milano per partecipare alla Festa della Semina organizzata da Milano Cannabica insieme con il Leoncavallo

L’associazione Pannagh e’ un club cannabico che e’ stato fondato nel 2003 e in questo momento e’ chiuso dall’ anno 2012 per un intervento della polizia dopo aver coltivato cannabis per i nostri soci dal 2003,. Infatti per 8 anni abbiamo organizzato un sistema di coltivazione di cannabis senza animo di lucro e diretto solo ai soci producendo cannabis per il nostro circuito chiuso senza passare per il mercato nero. Nell’anno 2005 ci hanno detenuto in seguito al primo intervento della polizia che ci sequestro tutto il raccolto e il caso e’ risolto con la nostra assoluzione, ci riconsegnarono la marihuana sequestrata, 17 kili, era la prima volta che succedeva nella storia del diritto spagnolo e ha contrassegnato la giurisprudenza da li a seguire permettendo la espansione successiva dei cannabis social club e della e pratiche di autocultivo in Spagna.

Nel novembre dell’anno 2011 siamo stati sottoposti di nuovo a un intervento della polizia, siamo stati detenuti e ci hanno sequestrati tutto il raccolto ma questa volta il giudice ha ordinato la chiusura della associazione che da allora non ha potuto più riaprire, ci hanno sequestrato il nostro locale associativo, ci hanno chiuso i conti bancari e la pagina web e da allora l’associazione ha dovuto smettere di funzionare e non ha avuto più nessuna attività. Dopo un periodo di istruzione del processo che e’ durato più di 4 anni, nel 2015 abbiamo avuto il processo e in quella sede ci hanno assolto perché si dimostro’ che l’associazione era realmente senza animo di lucro e che non era stata distribuita cannabis a nessuno che non fosse membro della’associazione e che tutte le attività avvenivano in maniera democratica ed assemblearia. Il publico ministero fece ricorso al tribunale supremo, accusandoci di traffico di droga e di organizzazione criminale, nel quale fummo condannati nel 2016 a un anno e otto mesi di prigione più 250.000 euro di multa cadauno perché venne considerato che non aveva importanza se non era avvenuto arricchimento e sfruttamento economico, già’ il fatto di coltivare cannabis e’ un atto pericoloso per la salute pubblica e si aggiungeva che non avevamo fatto il sufficiente per capire se quello che stavamo facendo fosse legale o no…. come ho già detto in precedenza, essendo stati già’ detenuti con sequestro e riconsegna del raccolto nel 2005, pensavamo , come logica suggerisce che quello che stavamo facendo non fosse reato ma la corte giudico’ il contrario e ci hanno condannato e attualmente ci troviamo con questa condanna da affrontare. Dopo essere stati condannati dal Tribunale Supremo, abbiamo presentato un ricorso al Tribunale Costituzionale che e’ la ultima possiblita’ che ci rimaneva e il Tribunale alla fine ha accettato di ammettere a giudizio il nostro ricorso che e’ qualcosa che succede solo in pochi casi, inoltre il Tribunale ha accettato di ammetterlo a giudizio perché ritiene il caso di una importante rilevanza sociale che va molto al di la’ del singolo caso, cosa che vuol dire che hanno finalmente preso in considerazione tutto il movimento sociale e politico che sta dietro a noi, organizzato da semplici persone, utenti cannabici e iniziato fin dagli anni 90 .Di conseguenza pensiamo che il Tribunale possa prendere anche delle decisioni che non ci sembrerebbe strano che imponessero al Parlamento a al Governo di produrre con chiarezza una legislazione a riguardo perché’ ci troviano in una situazione di insicurezza giuridica che nega chiaramente i nostri diritti giuridici di base.

Nel futuro immediato la situazione e’ abbastanza interessante, il problema della legalizzazione della cannabis e’ ben presente nell’agenda politica, in questo momento nel parlamento spagnolo e’ stata già’ presentata una proposta di legge di Esquierra Repubblicana per iniziare un processo di regolazione della produzione della cannabis non solo medicinale che e’ stata rifiutata, successivamente e’ stata presentata una proposta di Podemos che chiede che si apra un dibattito nel parlamento, ne esiste anche un’altra di Ciudanos che chiede che si regoli l’uso terapeutico e alla fine esiste anche una iniziativa di legislazione popolare – referendum – che cerca di raccogliere più di mezzo milione di firme per arrivare ad una regolazione della coltivazione della cannabis e dei cannabis social club. Nel frattempo la percezione sociale a proposito di cannabis ha cambiato molto in Spagna negli ultimi anni, nelle ultime inchieste si dimostra che esiste una maggioranza della popolazione che e’ a favore della regolazione del mercato della cannabis e che considera i cannabis social club come una iniziativa positiva. Fra i partiti politici vediamo che esiste una nuova maggioranza dove crediamo che esistano abbastanza possibilità’, perciò’ non sappiamo molto bene cosa succederà’ sia in ambito generale che con il nostro caso, pero’ e’ chiaro che tutto questo sarà’ influenzato da quello che succederà’ nel Parlamento, il problema e’ che il Partido Polpular non ha la maggioranza nel Congresso mentre invece la posside nel Senato e quindi può’ bloccare la riforma e percio’ questo può’ fare perder molto tempo….comunque ormai io penso che sia un problema generazionale, le nuove generazioni accettano la cannabis in Spagna come qualcosa di normale e alla fine succederà’ quello che avrebbe dovuto succeder già’ da tempo, cioè’ otterremo una legislazione antiproibizionsta sulla cannabis, io sono molto ottimista al proposito.