14 Aprile 2025
Elizabeth Erhardt
https://softsecrets.com/es-ES/articulo/cannabis-en-tiempos-de-guerra
È legale usare cannabis nell’esercito? Il CBD può aiutare soldati e veterani? Analizziamo l’uso della cannabis nei conflitti armati e nelle politiche di reclutamento basandoci sui casi dell’Ucraina e degli Stati Uniti.
La cannabis come strumento emergente nel mondo militare
Per anni la cannabis è stata considerata una sostanza marginale all’interno delle forze armate. Tuttavia, i cambiamenti legislativi a livello mondiale e il crescente interesse per le sue proprietà terapeutiche hanno aperto la porta a nuovi interrogativi: un soldato può usare il CBD? Cosa succede se un richiedente risulta positivo alla marijuana? Come viene regolamentato il suo utilizzo nelle zone di guerra? Questo articolo esamina due casi specifici: il ruolo della cannabis nel conflitto ucraino attraverso l’iniziativa Cannabis With Ukraine e l’analisi della RAND sul precedente consumo di cannabis tra le reclute dell’esercito statunitense.
Cannabis con l’Ucraina: aiuti umanitari a scopo terapeutico
La guerra in Ucraina ha provocato migliaia di vittime, sia civili che militari, con gravi conseguenze fisiche e psicologiche.
Di fronte a questa realtà, l’organizzazione Freedom March ha lanciato la campagna Cannabis With Ukraine, un’iniziativa internazionale che cerca sostegno finanziario e mediatico per fornire aiuti a due gruppi vulnerabili:
• Figli orfani di soldati o civili uccisi in combattimento.
• Pazienti con patologie gravi, come soldati feriti, vittime di cancro, amputazioni, dolore neuropatico o disturbo da stress post-traumatico (PTSD).
Molti di questi pazienti possono trarre beneficio dai trattamenti con CBD o cannabis terapeutica, soprattutto per gestire il dolore cronico, l’ansia e i sintomi associati ai traumi di guerra. Questa campagna non solo fornisce assistenza finanziaria e sanitaria, ma sottolinea anche la necessità di riformare le leggi sulla cannabis terapeutica nei contesti di emergenza umanitaria.
USA: Un soldato avrebbe potuto fare uso di marijuana? Il caso RAND
Negli Stati Uniti, dove la cannabis è legale in diversi stati ma è proibita a livello federale, le Forze Armate applicano una rigida politica antidroga. Tuttavia, con il calo dei tassi di reclutamento, il Dipartimento della Difesa ha iniziato a riconsiderare alcune posizioni.
Nel 2021, l’organizzazione RAND ha pubblicato uno studio epocale, analizzando i dati di migliaia di soldati arruolati nell’esercito con esenzioni per pregresso consumo di marijuana. Il risultato? Queste reclute non hanno ottenuto risultati peggiori né hanno causato più problemi rispetto a coloro che non avevano fatto uso di cannabis.
Questa scoperta suggerisce che l’uso passato di marijuana non è necessariamente un indicatore negativo e che le politiche militari potrebbero evolversi verso criteri più equi e basati sulle prove, senza compromettere la disciplina o le prestazioni.
Il CBD è sicuro per i soldati in servizio attivo?
A differenza del THC, il CBD non è psicoattivo. Non provoca “sballo” ed è legalmente utilizzato in molti paesi per trattare ansia, insonnia, dolore e infiammazione. Tuttavia, nel contesto militare, il suo consumo pone diverse sfide:
• Rischio di contaminazione da THC: molti prodotti a base di CBD contengono tracce di THC che possono causare risultati positivi ai test antidroga.
• Mancanza di una regolamentazione chiara: in molti eserciti, il CBD non è né esplicitamente consentito né proibito, il che crea confusione.
• Disciplina militare: anche se legale al di fuori del servizio, l’uso di cannabinoidi può essere percepito come incompatibile con l’immagine o i requisiti dell’uniforme.
Per questo motivo, molti esperti raccomandano che soldati e reclute si astengano dall’utilizzare il CBD durante il servizio, se non dietro consiglio medico e con la conoscenza del loro comandante.
Tra medicina, compassione e regolamentazione
La cannabis, e in particolare il CBD, si sta rivelando un potenziale alleato nel trattamento dei traumi di guerra e di altre patologie legate all’attività militare. Iniziative come Cannabis With Ukraine dimostrano che anche nel mezzo di un conflitto c’è spazio per politiche umanitarie e compassionevoli. Da parte loro, studi come quello della RAND invitano a riconsiderare i pregiudizi e ad aggiornare le normative affinché il passato di una recluta non neghi il suo futuro come soldato.
La chiave è trovare un equilibrio tra sicurezza, salute pubblica e diritti individuali, creando sistemi che riconoscano il potenziale terapeutico della cannabis senza compromettere la disciplina o l’efficienza operativa.
Fonti:
(2021). Army enlistment waivers in the age of legal marijuana. RAND Corporation. https://www.rand.org/pubs/articles/2021/army-enlistment-waivers-in-the-age-of-legal-marijuana.html rand.org
Freedom March. Cannabis stands with Ukraine! Recuperato il 14 aprile 2025 da https://cannabiswithukraine.org/about/